Venceslao, Palermo, Cichè, 1708

 VENCESLAO
 
    Drama da rappresentarsi nel teatro di Santa Cecilia di questa felice e fidelissima città di Palermo l’anno 1708, consecrato all’illustrissimo ed eccellentissimo signore don Carlo Filippo Antonio Spinola Colonna, marchese de Los Balvases, duca di Sesto, eccetera, viceré e capitan generale in questo regno di Sicilia.
    In Palermo, MDCCVIII, nella stamperia di Francesco Cichè. Imprimatur Sidoti vicario generale, Ugo prelato. Si vendono dal medemo vicino la chiesa de’ padri del Molo.
 
 Eccellentissimo signore,
    quel Vinceslao, che in riva alla Vistula trasformò della divina Astrea nelle lanci il gemmato suo scettro, or d’armoniche note arricchito ambisce di portare in fronte la preziosa divisa del nome sempre glorioso di vostra eccellenza, al quale la nostra devozione il consacra, non si potendo ravvivare l’inruginite sue glorie che al solo splendore del benefico sole, che in vostra eccellenza risplende, restituendogli con suoi riflessi il già sparito fulgore, del quale, sperandone ancor noi sempre benigni gl’influssi, stimiamo a nostra gloria il potervi dedicare e confirmare per sempre di vostra eccellenza, eccellentissimo signore, umilissimi, devotissimi ed obligatissimi servi.
 
    Don Pietro Antonio Fidi e Andrea Polidori
 
 ARGOMENTO
 
    Venceslao, re di Polonia, ebbe due figliuoli, Casimiro ed Alessandro, il primo di genio altiero, feroce e lascivo, il secondo di temperamento dolce e moderato. Tutti e due s’invaghirono di Erenice, principessa del sangue, discendente dagli antichi re di Polonia, ma con intenzione molto diversa; Casimiro l’amò per goderla, Alessandro per isposarla. Quegli non ebbe riguardo di render publico a tutta la corte il suo amore; e questi, conosciuto il genio violento di suo fratello, ad ogn’altro nascose il suo, fuorché all’amata Erenice e all’amico Ernando, generale e favorito del re; anzi perché temeva della ferocia di Casimiro, pregò l’amico a fingersi appassionato per Erenice, affinché col di lui mezzo potesse più sicuramente parlare della sua passione alla principessa. Tanto fece per impegno di amicizia Ernando, quantunque poscia gli costasse caro l’impegno per l’amore che in lui si accese verso alla stessa Erenice. Riuscì la cosa di tal maniera che Casimiro credé che gli fosse rival nell’amore il generale, non il fratello; e da questa sua ingannevol credenza nasce l’intreccio principale del drama. La morte di Alessandro seguita per man del fratello, l’accusa di Erenice, la condanna e la coronazione di Casimiro nella forma che si rappresentano sono azioni tratte dalla stessa fonte, da cui ne trassi il soggetto. Gli amori di Casimiro con Lucinda, granduchessa di Lituania (grado che per degni riguardi mi è convenuto mutare in quel di regina) sono di mera invenzione.
 
 A CHI LEGGE
 
    Lo stesso argomento ch’io tratto verso la metà del secolo scorso fu trattato da monsieur Rotrou, i cui dramatici componimenti gli acquistarono su’ teatri francesi non poca riputazione, prima che Pier Cornelio, il gran tragico della Francia, innalzasse questa spezie di poema a quel più alto punto di perfezione e di gloria a cui potesse arrivare. Questa tragicomedia fu poscia elegantemente trasportata nella nostra favella da nobilissimo e dottissimo cavaliere, la cui modestia avrà di certo compiacimento ch’io non ne publichi il nome, al più alto segno di ammirazione, di ossequio da me riverito. La rappresentazione, che dipoi se ne fece, diede a conoscere che non è sì guasto in Italia, come alcuni si sognano, quel miglior gusto che tanto di là da’ monti si onora. Ciò che del mio vi abbia aggiunto e ciò che del suo ne abbia tratto, ne sarà facile agli studiosi il rincontro, con sicurezza che all’esemplare daranno la lode, se all’imitazione ricuseranno il compatimento.
    Di alcune cose, che ho poste nel drama, non istimo superfluo il render ragione, non tanto per altrui sodisfazione che per propria discolpa. Mi è convenuto il far Lucinda regina di Lituania. Tutti i geografi sanno che questa provincia ha ’l titolo di granducato. Chi leggerà tuttavolta i Frammenti storici di Micalone Lituano troverà ch’ella anticamente fu regno e che Mindustago, suo dominante, vi ottenne il titolo regio. Jacopo Augusto Tuano asserisce che come la Moscovia per la unione di molti stati fu detta granducato, così la Lituania, per la sovranità che i suoi principi, da ogni altro già indipendenti, avevano su molte provincie, ottenne lo stesso titolo. Ora se l’una del carattere di czar onora i suoi sovrani, non è sconveniente l’appropriare la dignità di re a quelli della seconda.
    So veramente che la Polonia è regno elettivo, non successivo; onde a taluno la coronazione di Casimiro parerà inverisimile in un regno dove il regnante non ha il potere di nominare alla successione il figliuolo. Quest’ordine però non si mantenne come al presente nell’antico governo della Polonia. L’esser figliuolo del re difunto era un gran titolo per salire sul trono. Vi voleva un gran demerito o nell’una parte o nell’altra per esserne escluso. L’autorità regia si avvicinava alla monarchia; anzi racconta Gioacchino Pastorio nel suo Floro polonico che il re Piasto vivendo chiamò a parte dell’assoluto comando il figliuol Zemovito che dipoi gli successe. Aggiungo che la coronazione di Casimiro non è fatta dal padre se non dopo le acclamazioni universali e che quell’atto n’ebbe dipoi la conferma.
    Il cangiamento, che si fa d’improvviso nello spirito di Casimiro dopo l’involontario fratricidio, né repugna a’ dettami della morale né agl’insegnamenti della poetica. Difficilmente, egli è vero, un pessimo diventa ottimo. A’ sommi vizi ed alle somme virtù non si va che per gradi. Pure alle volte la ragione ravveduta, un pericolo imminente di morte, un orrore violento ha cagionato simili effetti. Oltre ciò tutti i delitti di Casimiro, a ben considerarli, nascono da un disordinato appetito, mozione la più facile a ricomporsi negli animi giovanili, principalmente quando ella impegni o in mali non anzi previsti o in misfatti non conceputi.
 
 INTERLOCUTORII
 
 VENCESLAO re di Polonia
 CASIMIRO suo figliuolo
 ALESSANDRO altro suo figliuolo
 LUCINDA regina di Lituania
 ERNANDO generale e favorito di Venceslao
 ERENICE principessa polacca, discendente dagli antichi re di Polonia
 GILDO servo, confidente di Casimiro
 
 SCENE
 
    Atto I: I. foro corrispondente all’atrio regio con arco trionfale; II. piazza; III. giardino con atrio di fontane contiguo al palazzo di Erenice.
    Atto II: IV. sala; V. anfiteatro; VI. sale; VII. cammera serrata.
    Atto III: VIII. viale di verdura con palazzo d’Erenice nel fondo e urna che si sta fabricando; IX. sala; X. cortile reale con torre corrispondenti alle carceri; XI. piazza; XII. sala; XIII. salone reale con trono.